Gli anni dell’infanzia – e più precisamente quelli che vanno dai tre ai sei anni d’età del bambino – identificano un periodo molto importante nella crescita del bambino: è in questo periodo che egli definisce buona parte della propria personalità.
È la fase in cui comprende di essere un individuo all’interno della società, che intende esplorare per conoscere quello che è altro dalla propria famiglia, il nido in cui ha vissuto protetto fino ad oggi.
Il bambino capisce il valore delle proprie azioni e le conseguenze che ne possono derivare.
Per consolidare l’approvazione di sé, il genitore dovrà appoggiare con parole e gesti il diritto del figlio a spingersi oltre il contesto famigliare, ad avere un’opinione personale, a pensare e soprattutto a sbagliare.
Certamente, se in famiglia avrà buoni modelli di autostima da imitare, imparerà a farlo.
Nel periodo compreso tra i sei e i dodici anni il bambino consolida le proprie conoscenze e competenze incrementandone con nuove; consolida vieppiù la complessità del suo Io.
È sempre più consapevole di sé e impara a relazionarsi con la società.
In questi anni ha bisogno di essere accettato, di commettere degli errori e per questo chiedere aiuto.
L’adolescenza, infine, è il periodo più intenso e al tempo stesso difficile in termini di crescita.
Il ragazzo, oramai, è sempre più un individuo distinto e autonomo.
Il conseguente distacco dai genitori è inevitabile.
Tuttavia essi rimangono il punto di riferimento da cui allontanarsi e dai quali, al bisogno, fare ritorno; le persone a cui somigliare o dalle quali distinguersi; da amare o da odiare.
Questo periodo, che talvolta può essere davvero molto burrascoso, è un diritto alla crescita dei figli: essi formano così la propria identità, definendola in opposizione alla famiglia e alla società.
Il percorso che porta all’originale individualità che, se potranno, sapranno costruire è lastricato di difficoltà.
In questa fase regole e limiti devono essere sempre chiari ed esplicitati, tuttavia è fondamentale saper equilibrare, esortando a scelte responsabili, di cui rispondere in relazione agli altri e a se stessi e allo sviluppo delle proprie capacità individuali.
Il figlio deve sapere di essere comunque amato per quello che è, al di là del proprio comportamento e delle aspettative del genitore.
Deve sapere di poter fare affidamento sul sostegno e sull’aiuto di chi lo ama. In un qualche modo è un momento importante anche per il genitore stesso, che si trova così a conoscere ed accettare il bambino divenuto persona adulta.