Quante volte vediamo sulle riviste, in televisione, sulle passerelle di alta moda modelle che sfoggiano corpi cosi magri che addirittura si possono contare le ossa?
Chi non le ha mai invidiate almeno una volta nella propria vita? Ma quante non si sono limitate solo ad invidiarle bensì hanno voluto imitarle a tutti i costi? E’ forse questa la vera bellezza così effimera quanto mortale da perseguire a qualunque costo?
Negli ultimi decenni casi di disturbi alimentari come anoressia e bulimia sono notevolmente aumentati tanto da essere definite “le emergenze sanitarie dell’Occidente industrializzato”.
Le vittime predilette sono le ragazze in fase adolescenziale ma non sfuggono le under/over trenta e perfino i ragazzi.
I comportamenti alimentari patologici più diffusi sono certamente l’anoressia e la bulimia ma è riduttivo pensare che chi soffre di anoressia non mangia e se si ciba di qualcosa vomita tutto ed invece il soggetto bulimico è colpito al contrario da un’insaziabile fame e poi finisce comunque per vomitare il tutto.
Parlarne in questi termini è davvero riduttivo ed inutile perchè tali fenomeni sono molto più complessi e più subdoli di quanto si creda.
L’anoressia e la bulimia possono avere innanzitutto svariate cause quasi tutte di natura psicologica ed in questo caso è corretto parlare di “anoressia nervosa” e “bulimia nervosa”.
Esiste anche l’“anoressia riversa o dismorfia muscolare”, la cui peculiarità è l’ossessione di aumentare la massa muscolare.
L’anoressia nervosa può manifestarsi in diversi modi: modalità restrittiva (compare solo il rifiuto prolungato ed ostinato del cibo) o con alimentazione “autoliberatoria” (vomito autoindotto ed abuso di lassativi e diuretici).
Ciò che spinge al rifiuto del cibo è un ossessivo terrore di ingrassare e quindi di “non essere bella”, pur essendo in visibile sottopeso ma tale paura è solo una maschera che cela una profonda solitudine, una lacerante depressione o un forte senso di inadeguatezza rispetto a ciò che si vorrebbe essere.
Non basteranno le flebo a tenere in vita chi è affetto da anoressia se non decide spontaneamente di reagire perchè è la mente ad essere paralizzata in quanto dopo un po’ diventa semplice anzi automatico fare a meno del cibo.
Le conseguenze fisiche sono di varia gravità: si parte da disturbi lievi come cefalea, carie dentaria, caduta dei capelli, diminuzione della densità ossea (nei casi più gravi osteoporosi), sanguinamento delle gengive fino ad aritmie cardiache ed addirittura all’arresto cardiaco.
Sorella dell’anoressia è la bulimia, in quanto spesso si sviluppa come evoluzione di un episodio di anoressia nervosa ma può manifestarsi anche autonomamente con una diversa genesi e con varianti.
Si è certi della patologia se sono ricorrenti sproporzionate abbuffate non occasionali in cui si perde il controllo della propria fame ed al cui termine si ricorre al vomito autoindotto, a sforzi fisici sproporzionati ed eccessivi, a farmaci, a digiuno forzato, all’abuso di lassativi pur di far rimanere inalterato il proprio peso.
Una delle differenze fra anoressia e bulimia pure (ciò ben definite) è proprio il fatto che nella prima il rifiuto del cibo ha lo scopo di perdere peso invece nel caso della bulimia non si necessita di dimagrire ma il vomito e gli altri abusi sono funzionali al non aumentare di peso.
Ma anoressia e bulimia sono solo le patologie più conosciute fra quelle legate al rapporto col cibo.
Esistono anche disturbi alimentari meno noti come l'“ortoressia” (prevede la ricerca disperata degli alimenti sani e semplici, consumati spesso crudi), la “sindrome da alimentazione notturna” (che si conclude al mattino) o ancora l’ipertiroidismo (patologia che fa perdere peso in modo esponenziale, nonostante il soggetto affetto mangi più del normale. Ovviamente tale malattia non dipende da un volontario rifiuto del cibo ma da un diverso stato patologico).