Quante volte vi sarà capitato dopo aver gustato uno snack o una merendina di essere in preda ai rimorsi e di andare a leggere la famosa tabella dei valori nutrizionali scrutando con diffidenza e timore la prima riga del valore energetico, alias le odiate “calorie”?
Ma quanti di voi sanno esattamente cosa siano queste tanto note quanto temute “calorie”?
La caloria è l’unità di misura dell’energia ma esistono tantissime varianti nell’ambito di tale definizione a seconda del settore in cui la si adoperi.
In realtà in ambito biologico-nutrizionale non è corretto parlare di calorie in quanto quelle che noi vediamo nelle classiche tabelle sono le kilo-calorie, cioè dei multipli secondo cui 1 kcal è uguale a 1000 calorie oppure in sostituzione della kilo-caloria si adopera il kilo-joule.
Chiarito cosa siano le calorie è importante sapere cosa sia il fabbisogno energetico quotidiano o fabbisogno calorico, cioè a quanto ammonta l’apporto calorico di cui necessita ciascun essere umano per svolgere le sue funzioni vitali.
Per funzioni vitali si intendono sia quelle “fisse”, cioè le attività che permettono all’organismo di vivere come la respirazione, le funzioni cardiache e intestinali sia quelle “variabili” come la crescita, le gravidanze, attività muscolari.
Per determinare il fabbisogno energetico quotidiano sono state proposte diverse formule e tabelle, di cui la più nota è quella di Harris-Benedict perchè prende in considerazione più fattori (peso corporeo, età, sesso, altezza) ma il risultato è sempre molto approssimativo proprio poiché si tratta di calcoli basati su formule fisse che non possono tener conto delle diverse variabili che intervengono nella quotidianità di ciascuno e dunque ne influenzano anche il fabbisogno energetico quotidiano.
Dunque una semplice formula non può prendere in considerazione il fatto che in una giornata si susseguano fasi di sforzi di varia intensità a cui corrisponde un diverso consumo calorico che per giunta non è esattamente quantificabile in ogni singolo caso.
Inoltre, intervengono anche altri fattori individuali come il metabolismo di ognuno con tutte le sue variabili, la resa digestiva ed intestinale di ogni individuo (l’energia degli alimenti che non viene sfruttata finisce nelle feci e non è quantificabile), la quantità e la composizione dei singoli cibi ingeriti, l’eventuale stato patologico, lo stile di vita.
Influisce notevolmente proprio lo stile di vita perchè non basta stabilire la distinzione tra uomo e donna e tra uno stile di vita frenetico, attivo o sedentario dato che non tutte le giornate sono uguali e quindi non comportano un fabbisogno energetico quotidiano sempre identico, fisso, immutabile.
Dunque si tratta di valori medi, indicativi, da prendere “con le pinze” e da valutare in relazione a tutta una serie di varianti. Possiamo quindi tornare a fare pace con le nostre tanto odiate “calorie”!