La dieta acido-base parte dal concetto che il pH del sangue e delle urine ci dice molto sulla salute del nostro corpo.
Per uno stato di buona salute, infatti, l’equilibrio tra acidi e basi dovrebbe essere costante, tuttavia le consuetudini alimentari di questi ultimi decenni hanno portato troppo spesso ad alti tassi di acidificazione.
Un eccesso di acidità prolungato è uno dei tanti segnali di un’alimentazione scorretta, che può pertanto portare a gravi patologie a carico dell’intero organismo.
La dieta acido-base si compone di due fasi: la prima, quella disintossicante, e la seconda, detta di mantenimento.
Nella fase disintossicante si eliminano completamente gli alimenti acidificanti, dando priorità ad una alimentazione a base di cibi alcalinizzanti.
Questa fase deve durare il tempo di rimettersi in piena salute, avendo l’attenzione di bere abbondantemente acqua naturale (da evitare l’acqua frizzante e le bibite).
L’acqua è un elemento essenziale, ed è bene introdurlo in quantità per favorire il riequilibrio delle varie funzionalità del nostro corpo, aiutando a ritrovare l’equilibrio acido-base.
Dopo aver ripristinato di nuovo l’equilibrio tra acidi e basi si passa in seguito alla fase di mantenimento durante la quale più della metà dei cibi che vengono assunti devono essere alcalinizzanti, ossia ricchi di elementi che riducono l’acidità dell’organismo.
Sono cibi alcalinizzanti tutta la frutta e la verdura così come si trova in natura, non cotta e non lavorata.
I conservanti spesso agiscono proprio sui principi di acidificazione, e vanno pertanto evitati il più possibile.
Il latte e i latticini, i cereali, le leguminose sono cibi non eccessivamente acidificanti, che quindi si possono assumere, ma sempre senza esagerare.
Ciò che è importante è che questi alimenti non siano troppo lavorati, in quanto se ne aumenterebbe notevolmente la forza acidificante.
Sono invece molto acidificanti cibi come la carne e gli zuccheri, soprattutto quelli industriali (bibite, merendine, ecc.).