Quasi il 40% delle donne in età fertile (e già prima dei trent’anni) lamenta con l'arrivo del ciclo un insieme di disturbi diversificati e difficili da definire.
La condizione patologica di questo periodo, e la sintomatologia che lo caratterizza, sono indicate in medicina come sindrome premestruale (PreMestrual Syndrome – PMS): non è altro che la degenerazione dei fastidi a tal punto da condizionare la vita quotidiana, sia lavorativa sia domestica.
La sindrome premestruale ha caratteristiche molto diverse da donna a donna. I disturbi associati al ciclo sono numerosi e per questo motivo vengono suddivisi in due tipologie:
Nella sindrome premestruale i sintomi si manifestano circa dai 4 ai 7 giorni prima del ciclo - ma ad alcune può iniziare anche quindici giorni prima - e migliora o svanisce con l'inizio del ciclo.
Le cause a capo dei disturbi premestruali ancora oggi non sono completamente certe e dimostrate.
Una responsabilità importante è da attribuire al cambiamento dell’equilibrio ormonale, in particolare della serotonina.
La vitamina B6 contribuisce alla produzione della serotonina e spesso è l’origine di forme di depressione.
È certo tuttavia che non può essere considerato l’unica origine della sindrome premestruale.
Un eccesso dell’ormone prolattina in alcune donne, ad esempio, giustifica la ritenzione idrica e il seno dolente.
Le donne maggiormente soggette a dolori premestruali, inoltre, si è riscontrato essere anche coloro le quali presentano un deficit di progesterone nei giorni successivi all’ovulazione.
L’aumento di peso in fase premestruale, uno dei disturbi lamentati più di sovente, ha due concause.