Si definisce olistica una disciplina che non si limita a impartire nozioni e a dettare regole da rispettare all’interno di un ristretto ambito spazio-temporale e sociale, ma tende a coinvolgere l’intera esistenza di chi la pratica (holos in greco significa “tutto”).
Olistico è tutto ciò che funziona in quanto insieme di parti la cui unione rappresenta un passo avanti rispetto alla loro semplice somma.
La filosofia olistica, diffusa a partire dagli anni venti del Novecento, guarda all’essere vivente come ad un esempio di entità le cui parti formano un tutto armonico, inesprimibile in modo diverso da come esso si dà.
Lo Yoga coinvolge l’intero individuo, la sua anima e il suo corpo, e proietta questa dimensione assoluta su tutto il tempo e lo spazio occupati dall’individuo sino ad estendersi alla società, alla quale sono indirizzate precise norme morali.
Si pensi al fatto che le stesse asana in teoria nascono per essere mantenute in uno spazio e in un tempo illimitati, senza condizionamenti di contesto.
Ecco perché lo Yoga tende a parlare alla natura profonda degli individui, che sono il frutto di tre qualità, dette gunas.
La loro unione e la loro differente mescolanza definiscono le sensazioni, le passioni, i sentimenti dell’uomo.
Sondare la propria personalità è l’unico mezzo per indirizzare il proprio comportamento, seguendo gli indirizzi delle proprie qualità.
La dimensione olistica dello Yoga è in grado di offrire un valido aiuto anche nei momenti più difficili dell’esistenza.
Si racconta che ad un maestro Yoga, gravemente afflitto da una malattia incurabile, fosse domandato di interrogarsi sulla sua condizione e sull’ausilio che lo Yoga poteva offrirgli in quella condizione estrema.
Egli rispose affermando che la sua salute era unicamente dipendente dalla sua volontà, l’unica a governare il suo Io profondo, la sola causa ad essere responsabile della sua propria condizione.