Disciplina molto antica, le cui origini risalgono all’India settentrionale di oltre 5 millenni or sono, lo Yoga dall’oriente si è diffuso progressivamente a tutto il mondo.
Il termine Yoga, derivato dall’antica lingua sanscrita, significa Unione.
Si tratta della capacità di congiungere mondi apparentemente lontani che le filosofie occidentali hanno riconosciuto come autentici opposti (parte contro tutto, luce contro tenebre, ecc.).
L’unità principale della disciplina praticata dagli yogi è data dal rapporto tra la mente e il corpo.
Siamo purtroppo abituati a concepire queste due sfere del nostro Io come elementi fortemente disgiunti, se non differenti per natura.
Lo Yoga, invece, mira a ricongiungere questa antica unità della quale la nostra vita pratica e psicologica è il frutto.
La scienza moderna è giunta a dimostrare che i fondamenti filosofici dello Yoga hanno anche una base scientifica.
Recenti sperimentazioni hanno proposto ad un gruppo di volontari di eseguire con regolarità ed entro un determinato periodo di tempo uno specifico esercizio fisico-psicologico: taluni lo avrebbero dovuto eseguire concretamente altri solo con il pensiero.
I risultati conseguiti hanno reso con evidenza scientifica la prova che quanti si erano esercitati anche solo con il pensiero avevano incrementato la propria potenza muscolare traendone un beneficio fisico e al contempo psicologico.
Lo Yoga fa leva proprio sulle ancora sconosciute potenzialità della nostra mente; esso ha compreso che l’energia, che promana da ciò che molti hanno chiamato spirito e altri hanno definito anima, può intrecciare un rapporto solido con il nostro corpo.
L’unione alla quale chi pratica Yoga deve tenere fisso lo sguardo riguarda anche le opposte forze del rilassamento e della compressione.
Il gioco armonico dell’assoluta immobilità, frutto non di una statica inerzia ma di forze opposte che si annullano, è alla base di molte delle asana, traducibili con il termine di posizioni, ma che più propriamente indicano la capacità, affinata con l’esercizio, di mantenere la posizione stessa.
I maestri di Yoga hanno prima di tutto conosciuto i benefici risultati derivanti dal raggiungimento dell’unione di parte e tutto, di anima e corpo.
Si sono poi cimentati a dominare, lasciandosene attraversare, tutta la loro esistenza, da essi concepita come un’energia (brahman).
Una forza che nulla ha a che vedere con le capacità umane del singolo ma scaturisce unicamente dalla potenza universale della coscienza ossia dalla purusha. Straordinario è riflettere sulla vicinanza del pensiero Yoga alle moderne teorie sull’origine dell’universo e della materia.
Non molto diverse alcune parole di Albert Einstein, che concepisce lo stesso universo come una unità di tempo e di spazio, di luce e di tenebre, di parti e di tutto: una unità di energia e materia, brahman e purusha.